Come stai?
É la frase d’esordio del mondo che ho intorno
Tutto bene, ho una casa
E sto lavorando ogni giorno
Che cosa vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?
Della rappresentazione sempre in corso del tuo stato corporeo, quella che ti consente di reagire prontamente. Del senso che percepisci del tuo corpo, genericamente chiamato interocezione e delle reazioni chimiche che in autonomia reagiscono a catena e che possono avere un effetto calmante o irritante, che possono far provare un desiderio di cibo o di sesso. Cerca l’omeostasi, quel meccanismo che, comunque vada, anche se accadesse qualcosa di inaspettatamente grande, tenterebbe di scongiurare il pericolo, modificando il funzionamento interno dell’organismo e riportando le funzioni corporee in equilibrio.
Vorrei che provassi a percepire il sentimento di fondo, il sentimento della vita stessa, il senso di essere, il sè.
Non devi dirmi se sei felice o triste, piuttosto ciò che senti tra le emozioni, quello stato di fondo. Quello che ti descrive nel complesso. Non solo l’osteopatia, ma anche l’osteopatia ti aiuta rispondere a questa domanda e a ricercare l’omeostasi. Ciò che è necessario è che tu possa sempre avere interesse e consapevolezza dello stato corporeo in cui ti trovi e che tu possa scegliere cosa e come essere.
In effetti, quando ci si incontra con un altro amico, si dice “Come stai?” Solitamente è un saluto rituale per iniziare una conversazione. La più importante cosa che ci dovremmo dire davanti allo specchio quando ci incontriamo con noi stessi è quella di chiederci come realmente stiamo e darci una risposta schietta. Credo sia importante guardare il nostro viso, gli occhi , le nostre guance e vedere se il nostro sguardo è stanco o pieno di energia e chiedersi realmente ” Cosa posso fare per te?” e di cosa abbiamo veramente bisogno, mandando amore verso noi stessi e, comunque sia, di quale meraviglia noi siamo stati creati, e di ciò che ci accade durante il nostro percorso di vita. L’importante è anche l’autocritica e vedere i nostri momenti di interazione con la vita, le nostre dèfaillances , ma poi dirsi anche che siamo “perfetti” così come siamo e sorridere anche dei nostri difetti e possibilmente affrancarci da vari rimuginii che sovente ci attanagliano quando qualcosa , secondo noi, non va per il verso giusto e pensare che anche Bruce Lee esperiva queste cose , pur essendo un grande artista marziale nonchè filosofo ma anche lui pieno di problematiche interiori che lo assillavano molo spesso.