Come stai?
É la frase d’esordio del mondo che ho intorno
Tutto bene, ho una casa
E sto lavorando ogni giorno
Che cosa vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?
Della rappresentazione sempre in corso del tuo stato corporeo, quella che ti consente di reagire prontamente. Del senso che percepisci del tuo corpo, genericamente chiamato interocezione e delle reazioni chimiche che in autonomia reagiscono a catena e che possono avere un effetto calmante o irritante, che possono far provare un desiderio di cibo o di sesso. Cerca l’omeostasi, quel meccanismo che, comunque vada, anche se accadesse qualcosa di inaspettatamente grande, tenterebbe di scongiurare il pericolo, modificando il funzionamento interno dell’organismo e riportando le funzioni corporee in equilibrio.
Vorrei che provassi a percepire il sentimento di fondo, il sentimento della vita stessa, il senso di essere, il sè.
Non devi dirmi se sei felice o triste, piuttosto ciò che senti tra le emozioni, quello stato di fondo. Quello che ti descrive nel complesso. Non solo l’osteopatia, ma anche l’osteopatia ti aiuta rispondere a questa domanda e a ricercare l’omeostasi. Ciò che è necessario è che tu possa sempre avere interesse e consapevolezza dello stato corporeo in cui ti trovi e che tu possa scegliere cosa e come essere.
Buonasera, allora cosa posso dire …
mi sento sempre stanca e soprattutto nell’ultimo periodo sto sempre a mangiare anche se non ho “realmente fame“ ????
sto avendo più mal di schiena del solito e anche dolore (blocco della spalla in più il bruciore alla zona cervicale) ????
Beh penso che questo possa anche bastare ????
Sto bene… quando cammino, assaporo i miei passi. Quando mangio assaporo il cibo. Quando dormo assaporo il sonno!
Il senso di fondo che mi accompagna da sempre : andare avanti contro ogni difficoltà con obiettivo di sconfiggere le avversità e sentirsi quindi forte
L’espressione greca “katà métron” significa “secondo misura”. Con questa espressione il pensiero filosofico greco delle origini si riferiva all’atteggiamento di chi sa avere cura di sé. Ciascun individuo ha una concezione personale del proprio benessere, che si raggiunge attraverso una “buona vita”. Questa buona via viene intravista nella cd Eudomnia di Aristotele, che altro non è che la via per raggiungere la felicità:. Occorre dire fatto fare delle attività che sono in accordo con le nostre essere in quanto contribuisce al fine più alto che ci muove. In sintesi rispondere alla domanda Come Stai? Con sto’ bene, in considerazione di quanto predetto, aiuta a stare ancora meglio.
In effetti, quando ci si incontra con un altro amico, si dice “Come stai?” Solitamente è un saluto rituale per iniziare una conversazione. La più importante cosa che ci dovremmo dire davanti allo specchio quando ci incontriamo con noi stessi è quella di chiederci come realmente stiamo e darci una risposta schietta. Credo sia importante guardare il nostro viso, gli occhi , le nostre guance e vedere se il nostro sguardo è stanco o pieno di energia e chiedersi realmente ” Cosa posso fare per te?” e di cosa abbiamo veramente bisogno, mandando amore verso noi stessi e, comunque sia, di quale meraviglia noi siamo stati creati, e di ciò che ci accade durante il nostro percorso di vita. L’importante è anche l’autocritica e vedere i nostri momenti di interazione con la vita, le nostre dèfaillances , ma poi dirsi anche che siamo “perfetti” così come siamo e sorridere anche dei nostri difetti e possibilmente affrancarci da vari rimuginii che sovente ci attanagliano quando qualcosa , secondo noi, non va per il verso giusto e pensare che anche Bruce Lee esperiva queste cose , pur essendo un grande artista marziale nonchè filosofo ma anche lui pieno di problematiche interiori che lo assillavano molo spesso.
Come stai? Lo diciamo infinite volte ed infinite volte rispondiamo : “Bene grazie e tu”…e così via all’infinito. Certo è anche un modo carino di salutarsi, di interagire. A volte guai se non lo facciamo. Sarebbe come dire che non proviamo interesse verso la persona che ci sta di fronte. In realtà spesso è proprio così perchè se l’altra persona si mette a rasccontarsi, poiché sicuramente siamo di fretta, speriamo che si sbrighi presto a dirci come sta e che si sbrighi a raccontarci tutte le trafile vissute per affrontare una certa problematica di salute. Certo sarebbe opportuno che, qualche volta, la stessa domanda la ponessimo nei nostri stessi confronti e provassimo a rispondere con sincerità. Non è facile. Del resto non abbiamo mai tempo. Non abbiamo tempo neanche per le cose ritenute importanti figuriamoci per porsi la domanda “come sto”. Eppure tante cose verrebbero fuori, tanti aspetti vedrebbero la luce. Sicuramente tutto ciò ci complicherebbero la vita. Interrogarsi, darsi delle risposte non è mai facile. Siignifica mettersi davanti allo specchio senza la famosa fretta ed essere sinceri con se stessi affrontando anche la conseguenza di dover poi prendere decisioni importanti e, forse, di doverla proprio cambiare la vita……..
Spesso neanche sappiamo come stiamo. Anzi il più delle volte siamo convinti di star bene e invece poi non è cosi. Può succedere di recarti dall’osteopata perché hai un dolore al piede e mentre stai sdraiato sul lettino, magari ad occhi chiusi, affiora un ricordo dell’infanzia, un ricordo legato a qualche momento di dolore, a qualche momento in cui hai pianto tanto, a calde lagrime, senza alcuna vergogna del pianto stesso. E quando questo capita per la prima volta pensi che è solo un caso. Chissa perché proprio in quella giornata …? Proprio in quel momento, che strano! Poi però succede qualcosa di analogo anche nella seduta successiva ed in quella successiva ancora… . In un’altra ancor più successiva scopri che c’è stato qulche evento recente nella tua vita in cui avresti voluto urlare il tuo dolore e piangere tutte le tue lagrime e che invece così non hai fatto affrontando tutto con molto controllo e molta forza. Invece il tuo cuore voleva piangere. Ti chiedono come stai e rispondi che stai bene ma non è così perché quella tristezza non è venuta fuori e vive affianco a te mascherata, nascosta come dimenticata in un cassetto. Magari camuffata da un dolore al piede.