Attorno al nostro corpo esiste un perimetro di sicurezza invisibile, che vieta l’accesso a qualsiasi intruso e ci protegge. Fisiologicamente, le nostre articolazioni sono difese dai legamenti, dalle cartilagini, dal grasso, dai muscoli, dalle fasce muscolari e dalla pelle. Tuttavia d’istinto definiamo tra noi e gl’altri una distanza che costituisce un recinto di protezione contro gli attacchi, sia fisici e materiali sia affettivi e psicologici. La nostra mente è condizionata da questa protezione. Di norma in questo perimetro non lasciamo entrare qualsiasi cosa, che si tratti di un essere, un oggetto, un pensiero o un sentimento. Se ciò avviene contro la nostra volontà, si verifica una violazione del nostro territorio “corpo”, il che diventa inaccettabile e viene avvertito come un’aggressione, fonte di paura e sofferenza. Tutti i nostri segnali d’allarme si mettono in allerta. I traumi costituiscono aggressioni del nostro recinto.
Studi condotti dal Barral Institute insieme ad un’equipe di ingegneri hanno dimostrato che questo recinto di protezione o sorveglianza può corrispondere in gran parte al campo elettromagnetico che ci circonda: un insieme di onde come gli infrarossi, gli ultrasuoni, le onde corte, le onde radio ecc. captate soprattutto dal cervello e dalla pelle.
Più globalmente e in origine, i campi elettromagnetici circolano nel nucleo della terra. Sono questi campi che, per esempio, fanno muovere l’ago della bussola. L’uomo è certamente sensibile a queste onde sottili e minuscole prodotte dal nucleo terrestre, ma tutte le invenzioni moderne (apparecchi elettronici, antenne televisive, e radiofoniche, computer, cellulari ecc.) generano interferenze e influiscono sul nostro organismo. Tali effetti probabilmente non sono benefici e alterano i nostri campi magnetici, cosi come quelli della terra. I campi elettromagnetici delle linee elettriche sono più circoscritti. Al contrario, gli altri si propagano in ogni direzione, penetrano nel nostro corpo e agiscono a nostra insaputa.
La cosa è stata dimostrata da Michael Faraday fin dal 1831: un campo elettromagnetico produce una corrente elettrica. Il corpo umano è un materiale conduttore di corrente elettrica, dentro il quale tale corrente si sposta. Gli impulsi nervosi che percorrono i nostri nervi e il nostro cervello sono correnti elettriche. La propagazione degli impulsi avviene ad altissima velocità, al punto che il nostro cervello sa istantaneamente che cosa succede nel corpo. Allo stesso modo può apportare correzioni ai nostri gesti o all’insieme dell’organismo. Questo campo elettromagnetico ci permette di avvertire la presenza di una persona senza vederla, di individuare zone negative o positive, di sentirci a nostro agio o a disagio in un dato luogo geografico oppure in compagnia di una certa persona, di metterci spontaneamente sulla difensiva o essere pronti ad accogliere.
Tutti abbiamo avuto l’occasione di renderci conto che, in una casa, in certe stanze o persino più precisamente in certe parti della stanza non ci sentiamo a nostro agio. Constatiamo inoltre che, durante i pasti in famiglia, i familiari si siedono sempre allo stesso posto e non gradiscono particolarmente che qualcuno glielo prenda. Possiamo supporre che queste sistemazioni inconsce dipendano da fattori elettromagnetici propri del posto di ciascuno, giacché tra il posto che ci siamo attribuiti e quello occupato da chi circonda i campi si incrociano e si organizzano.
Se uno sconosciuto ci tocca, la nostra prima reazione è di ritenerci in pericolo. Immaginiamo un oggetto, anche minuscolo, scagliato in direzione di qualcuno che non se l’aspetta. Qualunque magari soltanto presa di mira o sfiorata, la persona vive l’atto come un’aggressione. Le sue reazioni illustrano ciò che rappresenta la rottura del suo “recinto”. Lo sapevate che, per esempio, in casi di frattura ossea si verifica una rottura di continuità dei campi elettromagnetici prodotti dal cervello? Questo permette all’organo di sapere con grande precisione dove si verificata la frattura e meglio ancora di attuare i processi di cicatrizzazione e consolidamento.
Non è possibile provare ufficialmente che le onde elettromagnetiche esercitino un effetto diretto sulle nostre articolazioni. E’ come per il cibo! Tutta via non esito a ripeterlo, un cattivo stato di salute deriva da numerosi parametri: meccanici, digestivi, ormonali, immunitari, psicologici, emotivi e anche elettromagnetici.
JP BARRAL- Comprendere i messaggi delle nostre articolazioni | 2015