Gli effetti della manipolazione viscerale sulla diastasi retto-addominale

La Diastasi retto-addominale (DRA) si verifica spesso durante la gravidanza, immediatamente dopo il parto o 6 mesi dopo il parto. La muscolatura addominale gioca un ruolo molto importante nella postura e nella stabilità del tronco e della pelvi, nella respirazione, nei movimenti del tronco oltre che nel supportare i visceri addominali: il verificarsi della DRA mette in pericolo queste funzioni.

Una grande varietà di trattamenti, esercizi terapeutici, sono stati utilizzati per risolvere il DRA. L’utilizzo della manipolazione viscerale finora non era stato approfondito abbastanza. Una review di 3 casi studiati da Brandi Kirk e Terri Elliott-Burcke (Barral Institute USA) rivela l’impatto positivo della manipolazione viscerale, nello specifico il rilascio della radice del mesentere e del tratto ileo-digiunale, nella risoluzione del DRA. Gli effetti sono stati registrati su tre donne di età tra 33 ed i 39 anni con DRA, le quali presentavano inoltre dolore toracico, dolore lombare e costipazione, uno dei tre anche dolore pelvico. Due delle donne aveva partorito con cesareo, una con lacerazioni.

Dopo aver effettuato i trattamenti di manipolazione viscerale si registrava in tutti i casi un miglioramento importante della sintomatologia dolorosa, della funzione intestinale e quindi della qualità della vita. Lo scopo del trattamento è stato quello di mobilizzare, gli strati fasciali in base alle loro restrizioni. Nello specifico parliamo del peritoneo parietale, della radice mesenterica e del mesentere: strutture fasciali che avvolgono il tratto digestivo che va dalla valvola duodeno digiunale fino alla valvola ileocecale. In dissezione è chiaro come i foglietti fasciali addominali non siano separati l’uno dall’altro, ogni foglietto è legato al suo posteriore, il peritoneo posteriore invece è lo strato più profondo. Visto che la radice mesenterica ed il mesentere sono situate posteriormente al peritoneo parietale, se si manifesta una restrizione ovunque lungo queste strutture, potrebbero spingere in avanti tutti i foglietti della parete addominale lateralmente e posteriormente causando, quindi, la diastasi addominale.

Questo piccolo studio ha mostrato come poche sessioni di manipolazione del tratto mesenterico possono effettivamente risolvere la diastasi, la quale rimane stabile per 6-11 mesi.

Fonte: Barral Institute

Osteopatia in gravidanza? Si grazie!

La medicina osteopatica si erige sulla visione unitaria del corpo, in connessione con mente e spirito. Per tale ragione nasce il principio secondo cui struttura e funzioni corporee sono correlate. Infatti il dott. Andrew Taylor Still, fondatore della medicina osteopatica, da prova di come l’allineamento corporeo migliori le funzioni dell’organismo e favorisca la salute del paziente. Risulta essere indispensabile il mantenimento di una corretta funzionalità corporea e, ancor più, il ripristino della stessa quando l’organismo subisce delle modificazioni. Si pensi alla gravidanza. Il corpo della donna andrà incontro ad importanti variazioni fisiologiche.  Intorno alla decima settimana, avverrà il rilascio di relaxina, un ormone peptidico prodotto durante la gravidanza per rilassare le formazioni pelviche (muscoli, sinfisi pubica) al fine di agevolare la progressione del feto durante il parto. È possibile che l’allargamento della cintura pelvica comporti la rotazione del bacino anteriormente, accentuando la lordosi lombare. Questo allungamento dei muscoli estensori della colonna vertebrale e dell’articolazione sacro iliaca, causeranno dolore lombare e pelvico. In più, quando il feto raggiungerà la pelvi, incrementerà la pressione sul plesso lombare. Ciò determinerà una sciatalgia e parestesia nella gamba. Il corpo della futura madre subirà anche cambiamenti emodinamici. Infatti è normalità riscontrare un aumento della gittata cardiaca e del volume sanguigno, con riduzione della pressione arteriosa. Si registra inoltre, in concomitanza con la produzione di progesterone, la ritenzione di sodio e di liquidi con picco nel secondo semestre. Ecco perché sono frequenti il gonfiore degli arti superiori e la sindrome del tunnel carpale. C’è da precisare che la medicina osteopatica evidenzia la capacità autoregolante e autorigenerante dell’organismo ma, tecniche quali l’OMT (trattamento manipolativo osteopatico) possono ottimizzare la salute e lenire i dolori della donna in gravidanza.

TRAVAGLIO

In un recente studio, 223 donne incinte sono state sottoposte ad OMT. Per queste si è registrata una minore durata del tempo di travaglio rispetto a chi non aveva ricevuto alcun trattamento. La ragione sta nel fatto che l’OMT, eseguito sulla quinta vertebra lombare, può influenzare il sistema viscerale pelvico.

SISTEMA CARDIO VASCOLARE

Durante la gravidanza sarà naturale un aumento della lordosi lombare. Quest’ultima, vista la forma della gabbia toracica, provocherà un incremento della cifosi dorsale, per compensare il disallineamento.Tuttavia, tali variazioni posturali, insieme al feto in crescita, potranno comprimere il diaframma toracico e la vena cava, causando uno scorretto ritorno venoso e linfatico. Saranno consequenziali nausee, mal di testa, stordimento, dovute ad una minore ossigenazione. Le tecniche osteopatiche sul diaframma potenzieranno il drenaggio e, se eseguite sui legamenti del carpo e sulla colonna toracica, miglioreranno il dolore avvertito.

MAL DI SCHIENA

Il mal di schiena è una complicanza proporzionale alla crescita del feto. Infatti è comprovato che il picco di dolore si ha intorno alla ventiquattresima settimana. Anche questa problematica può essere risolta attraverso l’OMT, con un intervento diretto sull’articolazione muscolo-scheletrica. Tutto con la totale assenza di cure farmacologiche.

CONCLUSIONI

La medicina osteopatica progredisce con l’intenzione di rimediare ai fastidi del paziente, assicurandogli il mantenimento della salute del corpo. In gravidanza, lo scopo dei trattamenti osteopatici è l’attenta manipolazione delle disfunzioni. Lo scopo primario è l’accompagnamento del corpo all’adattamento fisiologico, evitando di compromettere la qualità della vita del paziente. Gli effetti risulteranno utili non soltanto alla futura madre ma anche al bambino.

Osteopathic Manipulative Treatment in Pregnant Women | John M. Lavelle, DO – JAOA review

Infiammazione, piccola guida per capire realmente cos’è

L’infiammazione è un processo vitale per la sopravvivenza dell’organismo: protegge il corpo da ogni pericolo, sia esso una tossina, una cellula morente, un tessuto danneggiato o una proliferazione batterica incontrollata. Senza l’infiammazione e i processi ad essa collegati l’organismo non potrebbe riparare una ferita né proteggersi dalle tossine derivanti dall’ambiente esterno (cibo, inquinamento, farmaci ecc.) o dai microbi (Kumar 2010). Essa è regolata dal sistema immunitario con una così detta “risposta umorale naturale” (leucociti, macrofagi) ed una “risposta acquisita” (anticorpi, linfociti B, T-helper e T-citotossici).

Come una reazione allo stress, l’infiammazione ideale è acuta, di breve durata (meno di 3-6 settimane) ed è caratterizzata da stimoli temporanei (ferite, infezioni, avvelenamenti ecc.) e da una buona reattività del sistema immunitario, innato ed adattativo. Al contrario, un’infiammazione cronica indotta da stimoli continui (infezioni stabili o ricorrenti, “stressor” psicofisici ripetuti, cibo di scarsa qualità ecc.) è controproducente per la salute dell’organismo, protraendo la risposta del sistema immunitario e rendendola eccessiva, questa risposta può tramutarsi nelle così dette malattie autoimmuni (morbo di Crohn, sclerosi multipla, asma, dermatiti, LES ecc.)

Comprendere la reale differenza fra acuto e cronico è vitale, in quanto spesso si ritiene che un “forte evento oggi avrà un effetto ben evidente domani”, mentre un “evento debole non può provocare nulla di che, figurarsi avere effetti fra una settimana, un mese o fra un anno”.

Ma la natura funziona secondo le leggi del caos, e anche una piccola modifica o un leggero evento continuo possono avere effetti inimmaginabili! Ad esempio: una forte onda non fa pressoché nulla a una roccia, ma una singola goccia che batte sullo stesso punto prima o poi corroderà e bucherà persino il granito.

Sono cinque i segni che caratterizzano l’infiammazione. Questi furono definiti dagli egizi nel 3000 a.c. e completati da Virchow nel XIX secolo: rubor (rossore), calor (aumento di temperatura), tumor (gonfiore), dolor, e functio laesa (alterazione o perdita funzionale).

Se pensiamo a una caduta in cui battiamo il ginocchio, vengono subito alla mente tutti i cinque fattori: il ginocchio si arrossa, si gonfia di acqua e/o sangue, è caldo al tatto ma anche molto dolorante e ci impedisce di camminare o correre. La risposta dell’organismo è quella di aumentare l’afflusso di sangue, i capillari divenendo più permeabili in modo da riempire il tessuto d’acqua e proteine utili alla sua riparazione per la ripresa della funzionalità, mentre i leucociti si attivano per evitare eventuali intrusioni di tossine.

Tutto ciò può risolversi con il dovuto riposo, riprendendo più o meno totalmente la funzionalità, in assenza di esso, magari facendo continuare gli eventi stressor, questo processo rimane sempre attivo stimolando una risposta più grande, che porta a sua volta ad una risposta continua, la quale modifica l’anatomia del ginocchio: in particolare la secrezione di collagene che,sostituendosi al tessuto epiteliale, muscolare o nervoso provocherà fibrosi. In poche parole, si forma una cicatrice che impedisce il corretto funzionamento della parte lesa: in questo caso i menischi ed i legamenti crociati si induriscono, diminuendo la capacita di muovere il ginocchio. Per questo motivo una terapia manuale che favorisca la mobilità e riduca l’infiammazione è fondamentale. Una situazione analoga può accadere sul ginocchio così come sui visceri compromettendo la mobilità viscerale.

Tuttavia, ed è questo l’aspetto più importante, l’infiammazione cronica non necessita di un evento acuto originario: essa può nascere dalla ripetizione di un lieve stimolo infiammatorio, basta che sia continuativo, che si protragga giorno dopo giorno, esattamente come la goccia d’acqua. Essa può derivare sia dai molteplici stressor giornalieri sia da fattori ambientali, quali cibo di scarsa qualità o alto indice calorico/glicemico, eccesso di calorie, sedentarietà, posture e movimenti scorretti, sforzi in apnea, disbiosi, inquinamento ecc. È questa infiammazione che, tramite citochine, cortisolo, insulina, fenomeni di resistenza ormonale altera la regolazione allostatica dell’organismo favorendo l’insorgere delle “malattie  moderne” e accelerando l’invecchiamento. È proprio questo tipo di infiammazione la più difficile da evidenziare, perché spesso non coinvolge modifiche strutturali, bensì si manifesta come un’alterazione funzionale, il che comporta una difficoltà diagnostica, in quanto buona parte degli esami svolti mira a cercare alterazioni strutturali. La conseguenza? Una volta che si avvertono i sintomi, l’infiammazione è già in corso da molto tempo. Per questo motivo è importante prendersi cura di sé e avere una visione il quanto più completa del network dell’organismo.

La PNEI e il sistema miofasciale: la struttura che connette – Chiera, Barsotti, Lanaro, Bottaccioli | 2017

Musica e Osteopatia.

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 La postura, ossia la posizione del corpo umano nello spazio e la relazione tra i suoi segmenti corporei, ha una configurazione dinamica che cambia in relazione alle richieste del corpo durante le diverse attività (cit. Paolo Ricci – osteopata).

La postura del musicista viene determinata non solo dalla persona stessa, ma anche da una serie di implicazioni come ad esempio: respirazione scorretta, traumi emotivi e fisici, stress, squilibri derivati anche da una errata alimentazione. Tra queste implicazioni, anche l’esperienza del palco occupa un fattore emotivo importante e spesso porta ad un irrigidimento della fascia cervico-toracica: di frequente si nota un’elevazione ed antero-posizione delle spalle, postura tipica di chi si pone in atteggiamento “protettivo”. La somma di questi atteggiamenti errati e prolungati nel tempo, porta l’artista a non essere più in grado di esprimere al meglio le proprie risorse ed il proprio talento.

Così come un centometrista durante la finale delle olimpiadi, il musicista davanti al suo pubblico deve aver capacità di concentrazione. Il musicista, a prescindere dall’analogismo, è da considerarsi un’agonista a tutti gli effetti.

Proprio per questi motivi, sarebbe interessante ed utile “vedere all’opera” il musicista alle prese col proprio strumento, così da poter individuare più facilmente le varie distonie -ossia quelle difficoltà motorie dovute ad atteggiamenti posturali involontari dell’individuo-  che compaiono solamente durante l’espressione della propria arte.

Il trattamento osteopatico, fa si che non solo si prevenga la sintomatologia dolorosa, ma si riesca a conferire nuovamente quell’equilibrio d’armonia andato perduto e pertanto, si è invogliati e facilitati nel compiere gesti più fluidi anche se il carico di stress -sia fisico che emozionale- resti identico.

Per facilitare ancor di più un corretto ripristino delle proprie funzioni, è altresì consigliabile seguire e condurre un’attività fisica personalizzata e adattata alla persona e al proprio strumento, nonché seguire con costanza una corretta alimentazione.

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La “sensibilità” degli organi.

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 Cos’è un organo?: <<in senso ampio ed etimologico: strumento, da cui discendono tutti gli altri significati particolari. In biologia, unità anatomica, fisiologica e funzionale costituita da diversi tipi di tessuti associati per svolgere specifiche funzioni che interessano l’intero organismo>>[1].

Quando un organo non riesce più a svolgere a pieno le sue funzioni di base, la disfunzione va a porsi come ostacolo per l’intero metabolismo, causandone l’affaticamento. Ciò avviene perché ciascun individuo possiede tanto un potenziale di energia quanto un organo più o meno reattivo degli altri (identificabile come “punto debole”).

Per intenderci: il nostro comportamento subirà delle interferenze più o meno durature, a seconda se i nostri organi siano sovraccarichi o si trovino in uno stato di debolezza cronica. Qui ad intervenire è anche la psiche (ossia l’insieme di quelle funzioni cerebrali, emotive, affettive e relazionali dell’individuo, che esulano dalla sua dimensione corporea e materiale): curando la psiche si agisce sul fisico e viceversa; il punto nevralgico di tutto è saper discernere chi dei due -organo o psiche- sia il vero responsabile della disfunzione in corso.

Una disfunzione, non è altro che l’espressione corporea delle tensioni accumulate ed il cervello, sebbene sia un organo esattamente come gli altri, ha disturbi propri. Da studi attuali, alcune malattie psichiche non dipendono solo da fattori psicologici, ma anche dalla somma di disturbi chimici ed ormonali.

Sarebbe buona prassi prestare attenzione ai primi sintomi, questo perché gli organi –essendo “sensibili”- memorizzano lo shock.

[1] Da Vocabolario on-line Treccani

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FIBRILLAZIONE ATRIALE, STOMACO E MANIPOLAZIONE VISCERALE

La fibrillazione atriale (AF) è il tipo più comune di aritmia cardiaca che si traduce in oltre 5 milioni di visite ambulatoriali all’anno e centinaia di migliaia di ricoveri ospedalieri. AF appare tre volte più frequentemente nei soggetti di oltre 70 anni di età e più frequentemente negli uomini. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, l’ictus correlato all’AF è un problema globale ed in crescita.

AF non sembra essere associato al il cibo o al consumo di caffeina. Tuttavia, è associato alla comparsa di malattie multiple.

Lo stomaco e una parte di cuore risultano essere convergenti attraverso la connessione neurale del nervo vago. Oltre ai comuni collegamenti di fisica neurale, la grelina, che è un ormone peptidico prodotto principalmente dalle cellule nel fondo dello stomaco, sopprime l’attività cardiaca del nervo simpatico. In un fenomeno denominato “cross-organ sensitization”, la stimolazione neurale di un organo è in grado di eccitare o inibire l’altro organo attraverso neuroni convergenti del CNS. La cross-organ sensitization sta accumulando un crescente campo di ricerca. Ad esempio, la distensione dello stomaco ha dimostrato di attivare i neuroni del tratto spinotalamico. In uno studio fatto sui ratti, i ricercatori hanno scoperto che l’introduzione di una sostanza “nociva” in pericardio e/o distensione dello stomaco attiva l’85% dei “neuroni convergenti gastrocardiaci”. Una  vagotomia bilaterale non ha avuto alcun effetto sulla attivazione di questi neuroni.

Nel 2012 A.J. de Koning, DO, insegnante per il Barral Institute e medico osteopata in Italia, è stato avvicinato da un noto cardiologo italiano per un trattamento, dato che non era più in grado di stare in piedi durante lunghi interventi chirurgici. Il trattamento ha avuto successo. Il cardiologo invitò De Koning a fare ricerca con 40 pazienti con fibrillazione atriale nel suo ospedale e hanno osservato cambiamenti positivi e risultati significativi per il paziente.

Seguendo questi 40 pazienti, ci si è resi conto che la zona di maggiore tensione era da ricollegare al tratto del peritoneo viscerale anteriore dello stomaco. I pazienti trattati sono così passati alcuni ad uno stato di asintomaticità ed altri alla totale sospensione dei farmaci prima somministrati.

Questo specifico trattamento osteopatico per i pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, viene svolto anche nel nostro Centro, esattamente come è stato possibile svolgerlo nel caso dello studio scientifico.

Nella manipolazione dello stomaco De Koning, nel 2012, ipotizzò che si stava avendo una stimolazione con effetto sui rami terminali del nervo vago, afferente all’innervazione gastrica vagale, creando un riflesso visceri-viscerale. Questo riflesso, si ipotizza, viene poi consegnato al nucleo solitario (NTS) e/o nucleo ambiguus (NA) con la creazione di una convergenza centrale. Il NA fornisce l’input neurale che colpisce l’aritmia sinusale respiratoria. In uno studio svolto ancora sui ratti da laboratorio, è stato dimostrato che la NA è in grado di inibire la motilità gastrica attraverso il nervo vago. Oltre alla NA che fornisce un possibile meccanismo di neuroni nel NTS potrebbe anche contribuire alla causa del loro ruolo nel “… circuito di controllo del riflesso vago-vagale gastrico”.

Alla luce degli studi di Qin, svolti fra il 1992-2012, è possibile che questo effetto sia riconducibile ad altre note patologie gastrocardiache meno convergenti con neuroni.

Una relazione tra lo stomaco e il cuore non è un fenomeno sconosciuto come angina pectoris postprandiale ed è riconosciuto che i neuroni convergenti ne forniscano un possibile meccanismo.

A.J. de Koning sta portando a termine la sua ricerca e la preparazione per la futura pubblicazione.

QUANTO I CAMPI MAGNETICI INFLUISCONO SULLA NOSTRA VITA?

Attorno al nostro corpo esiste un perimetro di sicurezza invisibile, che vieta l’accesso a qualsiasi intruso e ci protegge. Fisiologicamente, le nostre articolazioni sono difese dai legamenti, dalle cartilagini, dal grasso, dai muscoli, dalle fasce muscolari e dalla pelle. Tuttavia d’istinto definiamo tra noi e gl’altri una distanza che costituisce un recinto di protezione contro gli attacchi, sia fisici e materiali sia affettivi e psicologici. La nostra mente è condizionata da questa protezione. Di norma in questo perimetro non lasciamo entrare qualsiasi cosa, che si tratti di un essere, un oggetto, un pensiero o un sentimento. Se ciò avviene contro la nostra volontà, si verifica una violazione del nostro territorio “corpo”, il che diventa inaccettabile e viene avvertito come un’aggressione, fonte di paura e sofferenza. Tutti i nostri segnali d’allarme si mettono in allerta. I traumi costituiscono aggressioni del nostro recinto.

Studi condotti dal Barral Institute insieme ad un’equipe di ingegneri hanno dimostrato che questo recinto di protezione o sorveglianza può corrispondere in gran parte al campo elettromagnetico che ci circonda: un insieme di onde come gli infrarossi, gli ultrasuoni, le onde corte, le onde radio ecc. captate soprattutto dal cervello e dalla pelle.

Più globalmente e in origine, i campi elettromagnetici circolano nel nucleo della terra. Sono questi campi che, per esempio, fanno muovere l’ago della bussola. L’uomo è certamente sensibile a queste onde sottili e minuscole prodotte dal nucleo terrestre, ma tutte le invenzioni moderne (apparecchi elettronici, antenne televisive, e radiofoniche, computer, cellulari ecc.) generano interferenze e influiscono sul nostro organismo. Tali effetti probabilmente non sono benefici e alterano i nostri campi magnetici, cosi come quelli della terra. I campi elettromagnetici delle linee elettriche sono più circoscritti. Al contrario, gli altri si propagano in ogni direzione, penetrano nel nostro corpo e agiscono a nostra insaputa.

La cosa è stata dimostrata da Michael Faraday fin dal 1831: un campo elettromagnetico produce una corrente elettrica. Il corpo umano è un materiale conduttore di corrente elettrica, dentro il quale tale corrente si sposta. Gli impulsi nervosi che percorrono i nostri nervi e il nostro cervello sono correnti elettriche. La propagazione degli impulsi avviene ad altissima velocità, al punto che il nostro cervello sa istantaneamente che cosa succede nel corpo. Allo stesso modo può apportare correzioni ai nostri gesti o all’insieme dell’organismo. Questo campo elettromagnetico ci permette di avvertire la presenza di una persona senza vederla, di individuare zone negative o positive, di sentirci a nostro agio o a disagio in un dato luogo geografico oppure in compagnia di una certa persona, di metterci spontaneamente sulla difensiva o essere pronti ad accogliere.

Tutti abbiamo avuto l’occasione di renderci conto che, in una casa, in certe stanze o persino più precisamente in certe parti della stanza non ci sentiamo a nostro agio. Constatiamo inoltre che, durante i pasti in famiglia, i familiari si siedono sempre allo stesso posto e non gradiscono particolarmente che qualcuno glielo prenda. Possiamo supporre che queste sistemazioni inconsce dipendano da fattori elettromagnetici propri del posto di ciascuno, giacché tra il posto che ci siamo attribuiti e quello occupato da chi circonda i campi si incrociano e si organizzano.

Se uno sconosciuto ci tocca, la nostra prima reazione è di ritenerci in pericolo. Immaginiamo un oggetto, anche minuscolo, scagliato in direzione di qualcuno che non se l’aspetta. Qualunque magari soltanto presa di mira o sfiorata, la persona vive l’atto come un’aggressione. Le sue reazioni illustrano ciò che rappresenta la rottura del suo “recinto”. Lo sapevate che, per esempio, in casi di frattura ossea si verifica una rottura di continuità dei campi elettromagnetici prodotti dal cervello? Questo permette all’organo di sapere con grande precisione dove si verificata la frattura e meglio ancora di attuare i processi di cicatrizzazione e consolidamento.

Non è possibile provare ufficialmente che le onde elettromagnetiche esercitino un effetto diretto sulle nostre articolazioni. E’ come per il cibo! Tutta via non esito a ripeterlo, un cattivo stato di salute deriva da numerosi parametri: meccanici, digestivi, ormonali, immunitari, psicologici, emotivi e anche elettromagnetici.

JP BARRAL- Comprendere i messaggi delle nostre articolazioni | 2015

LA SALUTE È UN PRINCIPIO VIVENTE NEL CORPO VIVENTE

La Salute nella fisiologia del corpo rappresenta una condizione impossibile a definirsi. Il normale è normale ed è un esperienza vivente ed un principio in vita. Se la salute normale non può essere definita, essa può essere descritta come due livelli di funzione: il primo è costituito dalla involontaria mobilità e motilità fondamentale nella fisiologia del corpo durante la vita, il secondo è costituito dalla mobilità volontaria nella fisiologia del corpo nella nostra vita quotidiana.

Il moto non è vita. Il moto è una manifestazione di vita. L’ingegnere-medico ha l’opportunità di esaminare sia la mobilità volontaria ed involontaria nella fisiologia del corpo del suo paziente che di determinare la qualità dei meccanismi della salute in quel paziente. In altre parole, la manifestazione di “normalità” dall’interno dall’interno del paziente fornisce il moto e la funzione chiamati salute per mostrare se stessa all’ingegnere che osserva. Dal momento che lo scopo di ogni paziente è quello di tornare alla normalità, è importante che il medico conosca il funzionamento in salute dall’interno per il paziente che cerca il suo aiuto.

La salute è un principio vivente nel corpo vivente e non può essere definito. Il principio di causa ed effetto nella fisiologie del corpo può essere definito in presenza di malattia e/o trauma.

Il corpo ha in se la salute, che la malattia interrompe. L’osteopatia cerca la salute nella malattia ed aiuta a farla emergere.

io sono assolutamente convinto che Dio, della mente della natura, abbia provato la Sua abilità nel progettare (se di un progetto ci fosse bisogno), nel creare o nel fornire leggi di suo, senza modelli , per le miriadi di strutture degli esseri animati e per dar loro tutto l’equipaggiamento necessario per gli scopi della vita, con i motori e le batterie di forza motrice pienamente in azione. Ogni parte ha una dotazione completa per assolvere i suoi compiti e ha pieni poteri di selezionare ed appropriarsi del grande lanoratorio della Natura, delle forze necessari per eseguire i doveri propri del suo ufficio nell’economia della vita. In breve, l’onniscente Architetto ha tagliato e numerato ogni parte in modo che fosse andata per il posto che doveva occupare e per fare il suo dovere in ogni edificio nella struttura animale, mentre i soli, le stelle, le lune e le comete obbediscono tutti all’unica eterna legge della vita e del movimento..  ( A.T. Still )

“ROLLIN E. BECKER , D.O.  – La vita in movimento”

LA VITA NON È SEMPRE UN FIUME TRANQUILLO…

Alcuni nascondono la propria ansia, altri compensano gli squilibri. Tuttavia, per quanto tempo possiamo salvare le apparenze? C’è sempre un momento in cui cade la maschera: la vera natura mostra il suo reale aspetto. Niente è immutabile. Ci trasformiamo fisicamente, il nostro spirito evolve, il nostro carattere cambia e i nostri organi sensibili ( i nostri “punti deboli”) non sono sempre gli stessi nel corso dell’esistenza. Dunque, è importante costruire e per costruire bene, è importante conoscersi bene. Jean de La Fontaine ha scritto: “Conoscersi bene è la prima cura”.

Non trascurare nulla di ciò che il nostro corpo ci dice è un principio che dovrebbe far parte della nostra educazione, sin dalla più tenera età. Imparare a vivere con il proprio corpo e le proprie emozioni senza paura, né repressioni, né trascuratezza, attribuendo al nostro “capitale salute” la giusta importanza è essenziale. Il nostro corpo è la nostra proprietà, abbiamo il dovere di conservarla. Come il contadino veglia sullo stato delle sue coltivazioni e sull’andamento delle fioriture, possiamo vegliare sul nostro equilibrio di salute fisica e sulla nostra crescita psichica. Ogni lotto di terra ha i suoi difetti. Così noi.

Non siamo qui per giudicare, siamo qui per capire meglio ed adattarci alla realtà.

J.P. BARRAL – Comprendere i messaggi del nostro corpo | 2005